L'Europa dei trapianti chiede un secondo Action Plan per sostenere le donazioni e gli interventi

Lo European Kidney Health Alliance (EKHA), in una lettera aperta alla Commissione Europea, chiede un nuovo Action Plan on Organ Donation and Transplantation. La lettera è stata firmata dal Centro Nazionale Trapianti e da altre 11 autorità competenti nazionali di paesi membri tra cui Bulgaria, Repubblica Ceca, Portogallo, Lituania, Spagna e Francia. Assieme a loro hanno aderito all’appello 59 organizzazioni e associazioni di settore che si occupano a vario titolo di donazione e trapianto nei rispettivi paesi e 20 membri del Parlamento europeo.
L’EKHA, infatti, è l’associazione che coordina un ampio network internazionale per il miglioramento della donazione e del trapianto di organi in Europa. Proprio su mandato della Comunità Europea, il network e l’EKHA hanno presentato nel 2019 alla Commissione i risultati del primo Joint Statement dal titolo "A Shared Vision for Improving Organ Donation and Transplantation in the EU".
Gli obiettivi principali dell’Action Plan sulla donazione e il trapianto di organi, svoltosi tra il 2009 e il 2015, sono stati aumentare la disponibilità di organi, migliorare l'efficienza e l'accessibilità al trapianto, migliorare la qualità e la sicurezza dei trapianti. I numeri ottenuti, ossia il totale dei trapianti in Europa, aumentato del 17%, il numero dei donatori da vivente, aumentato del 29.5%, e quello da cadavere del 12%, sono prova dei progressi fatti dall’UE sul tema. Questi risultati non sono solo il frutto del grande impegno profuso dalle autorità competenti, dalle associazioni di pazienti e dalle società scientifiche, ma dell’approccio metodologico utilizzato in questi anni: una delle principali debolezze, ossia la grande disparità tra i vari paesi dell’Unione, è stata trasformata in opportunità. I paesi con maggiore esperienza o know-how, non solo di natura scientifica ma anche gestionale, hanno condiviso le proprie conoscenze ed esperienze e con questo approccio sono state organizzate più di 20 azioni finanziate dall’Unione Europea.
La richiesta di un secondo Action Plan nasce proprio dall’esigenza di continuare in questo processo di condivisione di conoscenze e di armonizzazione di procedure sia interne a ciascun paese che tra i paesi membri. La richiesta diventa ancora più significativa e stringente alla luce degli effetti che la pandemia da covid-19 ha avuto e continuerà ad avere sul processo di donazione e trapianti in Europa.
Data di pubblicazione: 22 gennaio 2021 , ultimo aggiornamento 22 gennaio 2021