Trapianti. In undici mesi una nuova vita per 3.419 italiani

lunedì 17 dicembre 2018

Diffusi i dati preliminari del 2018. Aumentate anche le donazioni d'organo, rene e fegato in testa. Nanni Costa (Cnt): innovazione e progetti all'avanguardia hanno permesso di salvare molte persone

 

In undici mesi una nuova vita per 3.419 italiani

C’è una bella Italia da raccontare. Quella che ha già fatto la propria dichiarazione di volontà in Comune per la donazione degli organi a cui si affianca il crescente numero di donazioni da cadavere e quello conseguente dei trapianti. Fanno ben sperare i dati preliminari del 2018 sulle donazioni di organi e trapianti in Italia ­– diffusi stamattina nel corso di conferenza sul tema all’Istituto superiore di sanità a Roma ­- che certificano un trend di aumento ormai cominciato da qualche anno per tutti gli organi con particolare punte positive per rene e fegato. Anche se non vanno dimenticale le 8765 persone che al 30 novembre erano ancora in attesa di un organo.

Ma a voler guardare i numerosi passi in avanti in questo campo, anche grazie alla catena di trapianti da coppie incompatibili, si vede che il numero di donatori in undici mesi ha quasi eguagliato il record del 2017: 1672 a fronte di 1714. E così fino al 30 novembre sono stati effettuati 3419 trapianti in totale (possono essere utilizzati più organi da un unico donatore) di cui 168 pediatrici, quando nel 2017 era stati in totale 3624. A farla da padrone il trapianto di rene con 1842 trapianti effettuati e il fegato con 1212, seguite da cuore con 227 e polmone con 140. Ad andare bene anche il numero delle dichiarazioni di volontà dei cittadini italiane lasciate nel 5435 comuni che hanno attivato questo servizio: 2 milioni e 745mila erano 998mila nel 2017. Cioè il 64% di tutte quelle totale registrate nel Sistema informativo (Sit) che sono state nel 2018 4 milioni 298mila.

«Negli ultimi quindici anni la Rete Trapianti ha avuto una crescita costante grazie ad una forte componente innovatrice, che ha permesso al sistema di progredire sotto vari aspetti», ha spiegato il direttore del Centro nazionale trapianti Alessandro Nanni Costa presentando i dati, come la “rivoluzione" nei processi di allocamento, la chirurgia nel campo dei trapianti e la fase del follow-up. «Idee inizialmente considerate utopistiche – ha aggiunto - che col tempo sono diventate prassi consolidate e che hanno concretamente permesso di salvare molte vite umane», permettendo ad un numero sempre maggiore di pazienti di poter accedere al trapianto «con la conseguente riduzione dei tempi di attesa e la crescita delle aspettative di vita dei trapiantati».

Avvenire

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