Subito dopo il lockdown c’è
stato un calo importante
dei trapianti.
L’allarme dell’Associazione
Italiana Medici Oculisti
Gli oculisti hanno difficoltà nel reperire cornee dalle banche degli occhi: le donazioni si sono ridotte del 40 per cento. Il dato, allarmante, viene dall’XI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti. “Subito dopo il lockdown c’è stato un calo importante dei trapianti, in parte perché le donazioni si sono ridotte per limitare al massimo i contatti, in parte perché sono state bloccate dal rischio di diffusione dell’infezione da Covid-19”, spiega Luigi Mosca, responsabile della Uos di Cornea e Chirurgia Rifrattiva della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma e referente scientifico di Aimo.
“Subito dopo abbiamo avuto la possibilità di ricominciare a lavorare, ma ora forse è il momento peggiore. La riduzione dei trapianti a cui stiamo assistendo è legata al fatto che tutto l’accumulo dei tessuti avvenuto precedentemente è stato esaurito essendosi ridotte le donazioni, soprattutto oggi che sta ricominciando la crescita dei contagi”, continua Mosca.
In base ai dati diffusi dal Centro Nazionale Trapianti, le Banche degli Occhi Italiane nel 2019 hanno ricevuto più di 18mila donazioni di tessuto corneale con una distribuzione ai centri di trapianto di cornea nazionali di circa 7mila tessuti. “Senza le donazioni alle banche degli occhi noi non potremmo fare il nostro lavoro e risolvere i problemi visivi dei nostri pazienti”, conclude l’oculista.
Sempre dal congresso degli oculisti viene un’altra notizia preoccupante per la vista: otto persone su dieci, seppure a rischio di glaucoma, non si sottopongono a visite oculistiche regolari con il rischio di perdere il campo visivo senza accorgersene. Il glaucoma, dovuto generalmente a una pressione dell’occhio troppo elevata, nelle sue fasi iniziali passa infatti spesso inosservato e quando iniziano a comparire i primi segnali l’integrità dell’occhio è già compromessa.
In Italia ne sono affette oltre un milione di persone, ma una su due ancora non sa di esserlo. La patologia, seconda causa di cecità al mondo dopo la cataratta, ha una prevalenza di circa il 2,5% nella popolazione sopra i 40 anni di età.
(Repubblica.it)