Perché “diabete e famiglia”?
Perché tutte le famiglie sono ormai toccate da questa malattia e perché la prevenzione deve iniziare a casa. Fin da bambini e addirittura prima del concepimento. E’ necessario parlare di prevenzione anche alle nuove generazioni e per farlo occorre coinvolgere l’intera famiglia.
Sono 4 milioni gli italiani con diabete, più un altro milione che non sa di esserlo. E quelli con prediabete (una condizione che può portare al diabete nell’arco di 5 anni) sono altri 6 milioni. In pratica un italiano su 6 si trova a fare i conti con il diabete e con lui la sua famiglia. Un dato sul quale riflettere nella conferenza medica dedicata a ‘diabete e famiglia’ in programma il 12 novembre.
Contro le cifre spaventose delle proiezioni per gli anni a venire, l’unico baluardo al quale affidarsi è quello della prevenzione. Si parla tanto di diabete urbano, di strategie da implementare a scuola o sul posto di lavoro, di sugar tax. Ma qualcosa nelle strategie di prevenzione messe in campo fino ad oggi non ha evidentemente funzionato. Bisogna cambiare le parole per parlare di prevenzione e forse anche i ‘luoghi’.
A cominciare dalla famiglia, che può essere tanto culla di sane abitudini, quanto ‘matrigna’ di stili di vita scorretti. Per questo la famiglia, intesa come nucleo di persone che si amano e si prendono cura le une delle altre, può giocare un ruolo decisivo.
Il diabete è una patologia unica nel suo genere perché insorge a tutte le età, da quella neonatale a quella senile. Ed è anche una patologia cronica, che necessita di interventi su stili di vita e trattamenti farmacologici a lungo termine e di gestione condivisa delle eventuale complicanze. In questo scenario la famiglia ha un ruolo fondamentale nella prevenzione del diabete tipo 2 legato ai non corretti stili di vita, in quanto può aiutare con esempi virtuosi e compartecipati alla realizzazione di programmi dietetici e di attività motoria. Inoltre la famiglia assume un ruolo chiave nella difficile gestione del diabete tipo 1 in età pediatrica, dove la compartecipazione familiare ha una importanza sostanziale nella educazione del bambino volta al controllo ottimale della glicemia. La famiglia ha anche un ruolo basilare nella gestione del paziente anziano non autosufficiente che richiede non solo cure adeguate ma anche affetto familiare”.