Si è lavorato anche a Ferragosto

Due trapianti di fegato anche a Ferragosto grazie ai professionisti dell’Aoup

 

Uno dei casi era particolarmente urgente: il paziente rischiava di morire. E il personale pisano non si è tirato indietro

PISA

Anche ad agosto prosegue incessante l’attività di trapianti di fegato all’Aoup. E il giorno 15 due pazienti hanno ricevuto un nuovo fegato. Uno di essi è un paziente campano trasferito d’urgenza a Pisa per epatite fulminante. Allertati dai colleghi napoletani delle sue gravi condizioni, ed essendo temporaneamente chiuso il Centro Trapianti di fegato del Cardarelli, il paziente è arrivato a Pisa dove è stato inserito in lista d’attesa per trapianto urgente. E nella giornata di Ferragosto è arrivato da Padova un organo compatibile e il trapianto è avvenuto con successo. 

«Si tratta - spiega il Professor Paolo De Simone attuale direttore del Centro Trapianti di fegato di Pisa - di un altro esempio di buona sanità regionale e nazionale. Il trapianto di fegato in urgenza è sempre una sfida. Il paziente versa in gravi condizioni e può rapidamente peggiorare. Bisogna poter contare su una macchina organizzativa efficiente, come quella dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, a cui vanno ad aggiungersi l’Organizzazione Toscana Trapianti e il Centro Nazionale Trapianti. Grazie alla rete regionale e nazionale, in poche ore è possibile reperire un organo compatibile e offrire una speranza di salvezza ai malati affetti da epatite fulminante. Ma non basta - aggiunge De Simone – il successo del trapianto si basa sulla collaborazione con un’equipe anestesiologica dedicata, come quella di cui disponiamo in azienda e diretta dal professor Gianni Biancofiore, di un Centro Trasfusionale che sappia reperire le risorse trasfusionali necessarie, di una squadra chirurgica e infermieristica sempre disponibile, anche nei giorni di festa. E oltre a tutti loro: di personale di sala operatoria, di radiologia, del laboratorio analisi e di tutti i servizi che compongono una struttura complessa come quella dell’Aoup. Nessuno si è tirato indietro, neppure a Ferragosto, e il risultato è la rinascita per due pazienti che avevano bisogno di un trapianto». 

I trapianti a ferragosto non sono un caso isolato. «Molti altri centri nazionali hanno realizzato operazioni salva vita in giorni di festa o durante il periodo di ferie estive. Si tratta quindi, di un ulteriore esempio di buona sanità. Dispiace purtroppo - continua il professor De Simone - dover constatare come sia in atto ormai da mesi contro il centro pisano una campagna di denigrazione mediatica inspiegabile, soprattutto alla luce dei risultati conseguiti».

De Simone ricorda i numeri raggiunti: gli oltre 2000 trapianti dall’avvio dell’attività con il professor Mosca nel 1996. «Il successo del centro - continua il direttore - risiede nell’intensa attività di donazione regionale toscana, presieduta dal Professor Adriano Peris, e nello spirito di sacrificio di tutto il personale medico e infermieristico aziendale». Il medico fa poi riferimento alla recente relazione del Centro Nazionale Trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità. «Contrariamente a quanto riferito - afferma - in Toscana non si sprecano organi. Abbiamo tutti un rispetto talmente grande per il valore della donazione, da sacrificare tempo e affetti personali in nome della riuscita del programma trapianti di fegato. Questo è l’insegnamento che ho ricevuto da coloro che mi hanno preceduto, e questi sono i principi che voglio trasmettere alle nuove leve della trapiantologia epatica pisana. Chi parla di “organi sprecati” non conosce la realtà dei fatti - conclude De Simone - a fronte di tassi di donazione stabili o in leggero decremento a livello nazionale, nonostante persista ancora una discreta percentuale di opposizione alla donazione, i nostri numeri sono in crescita. I

trapianti di fegato a Pisa hanno conosciuto un costante aumento annuale: 119 nel 2015; 136 nel 2016 e 142 nel 2017. L’attesa in lista per i pazienti del nostro centro è di circa 3 mesi e il tasso di mortalità mentre si aspetta un organo è quasi nullo». —

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