Un record a Montedoro, in Sicilia, dove dove tutti sono donatori

A Montedoro (Caltanissetta) il 99% degli abitanti ha detto “sì” alla donazione di organi. Merito di Noela, una ragazza morta in un incidente a 19 anni, che ha salvato tante vite

 

Una fila così lunga allo sportello anagrafe, Onofrio ed Enzo non l’avevano mai vista. Nessuna scadenza a bando e neppure documenti da contestare. Ai due dipendenti comunali, da qualche mese alle prese con il rilascio della nuova carta di identità ai loro concittadini, quella confusione a Palazzo di Città era apparsa sin da subito piuttosto insolita.

Tutti in coda per dire sì alla donazione degli organi. Siamo a Montedoro, addentrati nel vallone della provincia di Caltanissetta, quasi al confine con Canicattì, nell’Agrigentino. In questo paesino di 1.500 anime si conoscono tutti, convivono come in una grande comunità e c’è un record che in pochi sanno: il 99% della popolazione avente diritto ha manifestato la volontà di donare gli organi. Praticamente tutti. Lo hanno fatto recandosi negli uffici comunali, appunto, ed esprimendo il consenso al prelievo di organi e tessuti, utilizzando il nuovo documento di identità, attivato da poco nell’ambito del progetto “Una scelta in Comune”. Non sapevano neppure loro di questo guinness. Ma record a parte, questo sentimento di altissima generosità così diffuso non li meraviglia affatto. «È un dato che ho scoperto casualmente» dice il sindaco Renzo Bufalino, 37 anni. «Ho dato un’occhiata al report giunto sulla mia scrivania dalla Regione Sicilia», prosegue il primo cittadino. «Sono orgoglioso della mia comunità. Quando ho letto il dato, ho provato un forte senso d’orgoglio e fierezza per lo spiccato senso di civiltà e sensibilità del paese che amministro. Nessuno qui ha deciso di sottrarsi ad un gesto così nobile e altruista».

La raccolta delle adesioni alla donazione degli organi è iniziata un anno fa. «Ero vicesindaco nella passata in giunta e proposi di adottare la delibera per avviare l’iter in vista dell’arrivo del nuovo documento di identità elettronico», racconta Bufalino. «Sono stato il primo a dichiarare il mio “sì” all’eventuale espianto di organi in caso di morte e con me anche la mia famiglia». Per i montedoresi nes- suno stupore. Nella piazzetta del borgo che inizia dove finisce Serradifalco, la notizia pubblicata su un quotidiano locale si commenta a malapena. «Questo per noi è normale», ribadisce Bufalino.

Perché tutta questa generosità? La risposta è da ricercare nel passato di questo paesino del vallone. «Nel 2006 siamo stati colpiti da un gravissimo lutto – ricorda Marco Petix, 37 anni, referente della nascente sede locale di Aido (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule) –. Noela, 19 anni, rimase vittima di un incidente stradale nel palermitano e la famiglia autorizzò l’espianto degli organi. Una scelta di altruismo che ha segnato e smosso le nostre coscienze. Erano anni in cui questa tematica non era affrontata così grandemente. I montedoresi ricordano quel tragico fatto e probabilmente è anche per questa ragione che nessuno ci ha pensato due volte».

«Un dono che ha riacceso una nuova vita – gli fa eco don Salvo Asaro, unico parroco nell’unica parrocchia, Maria Santissima del Rosario –. Era l’8 novembre di 12 anni fa quando accadde il tragico fatto. Nonostante Noela non ci sia più, il suo cuore non ha mai smesso di battere. È stato trapiantato – racconta – ad un palermitano che viene a trovarci ogni anno in occasione dell’anniversario della morte della giovane, portando con sé la testimonianza di tanti altri pazienti e le storie di speranza di altri ancora in lista di attesa al Centro Trapianti».

Adesso Montedoro si prepara ad aprire persino una sede Aido, dopo avere concluso una prima lunga campagna di sensibilizzazione sull’opportunità della donazione, portata avanti insieme con altri volontari anche nei paesi più vicini, oltreché davanti alla scuola e alla parrocchia. Al momento gli iscritti all’Aido in provincia di Caltanissetta sono 3.235. In 11.897 si sono espressi, presso il comune di appartenenza sulla volontà o meno di donare gli organi; in 5.102, cioè il 42,9% hanno detto “sì”. Ma il primato assoluto spetta alla “civilissima Montedoro”.

(Andrea Cassisi, Avvenire.it)

24/12/2018
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